LA SETTIMANA SANTA IN SICILIA
LE TRADIZIONI DEL TRIDUO PASQUALE
La Settimana Santa in Sicilia è un intenso susseguirsi di momenti forti e riti emozionanti che culminano nella celebrazione della Santa Pasqua. Un lungo itinerario spirituale, che inizia con la Domenica delle Palme e dal Giovedì Santo si intensifica con suggestive processioni sacre, rievocanti gli episodi della Passione di Cristo fino all’incontro tra il Cristo Risorto e Maria, nella Domenica di Pasqua. Un viaggio in Sicilia durante la Settimana Santa rappresenta una esperienza di grande bellezza e di profondo coinvolgimento spirituale, per vivere la Pasqua di Resurrezione in maniera unica. In Sicilia la commemorazione degli eventi della Settimana Santa, l’Ultima Cena, la Passione e Morte e poi la Resurrezione di Gesù viene rivissuta in moltissimi centri attraverso tradizionali forme di teatralizzazione devozionale, da cui emerge la forte e prepotente componente umana della vicenda di Cristo, che trasforma le vie dell’isola in un variopinto palcoscenico di suggestive scenografie in cui si fondono sacro e profano, dimensione artistica e religiosa della partecipazione ai Riti del Triduo Pasquale. Si tratta di eventi molto attesi, che richiamano un vastissimo pubblico locale, ma anche gente da altre parti della Sicilia e turisti da tutta Italia e dall’estero, che accorrono a partecipare con commozione alle mistiche rappresentazioni.
Il Triduo Pasquale inizia il Giovedì Santo con la Messa in Cena Domini, in cui si rievoca l’istituzione della Eucarestia durante l’Ultima Cena e si celebra il rito della Lavanda dei piedi, nel corso della quale il Celebrante ripete il gesto fatto da Gesù durante l’Ultima Cena e lava i piedi a dodici membri della comunità, che impersonano gli apostoli. Nelle Chiese di tutta la Sicilia vengono allestite sugli altari le “Cene” dette anche “Sepolcri”, definiti dalla Chiesa “Altari della reposizione”, in cui fedeli offrono vasi e recipienti con germogli di grano, cereali e legumi, coltivati al buio, per mantenerne il colore chiaro del fusto, decorati con fiori e nastri colorati. Secondo una lettura “laica”, tale consuetudine rimanda al culto greco arcaico dei Giardini di Adone, legati al mito della rinascita primaverile.
Il Venerdì Santo, la tradizione religiosa mette in scena la Passione e la Morte di Cristo per le vie di moltissimi centri in tutta la Sicilia; con manifestazioni che affondano le proprie radici nel periodo di dominazione spagnola dell’isola, a cui rimandano per molte analogie. In provincia di Messina, a Barcellona Pozzo di Gotto, la tradizionale processione delle “Varette” si ripete dal 1621. Ogni Venerdì Santo sfilano contemporaneamente due processioni con ventisei “varette”, ovvero gruppi scultorei ispirati a opere d’arte rinascimentali, manieriste e barocche. Le Varette, custodite durante l’anno nelle chiese della città si incontrano lungo due tragitti opposti ma confluenti, accompagnate dalla “Visilla”, un canto polivocale basato sul testo della “Vexilla Regis”, del poeta latino Venanzio Fortunato. Al termine della serata le due processioni, provenienti una da Barcellona e l’altra da Pozzo di Gotto, confluiscono da direzioni opposte sul torrente Longano. Durante l’incontro, che rappresenta il momento più intenso della manifestazione, le due processioni si fermano e i gruppi statuari vengono ruotati di novanta gradi, per celebrare una preghiera comune sulle note della “Visilla”. È una tradizione molto forte e molto sentita, che per le sue peculiarità è stata iscritta nel 2014 nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia e richiama migliaia di persone.
Il Sabato Santo è un giorno di meditazione e penitenza; infatti se nel Giovedì Santo predomina la solennità dell’istituzione dell’Eucaristia e nel Venerdì Santo il dolore per la Passione e morte di Gesù, durante il Sabato Santo predominano il silenzio ed il raccoglimento. Le chiese sono volutamente lasciate al buio, non vi sono celebrazioni liturgiche, né Sante Messe; tutto è silenzio nell’attesa della Resurrezione. Ma per quanto tempo Gesù rimase nel sepolcro? Dalla sera del Venerdì fino all’alba del giorno dopo la festa del Sabato ebraico, che per noi è la Domenica di Pasqua, ma che per gli Ebrei era il primo giorno della settimana; in tutto circa 40 ore, quindi non furono tre giorni interi.
La Veglia Pasquale del Sabato Santo, pur iniziando nell’ultima ora del sabato, appartiene di fatto alla Liturgia solenne della Pasqua. Durante la “Veglia” viene benedetto il fuoco, il “cero pasquale”, l’acqua battesimale; cercando di far coincidere il canto del “Gloria”, con il suono delle campane a festa, a mezzanotte. Le celebrazioni della Pasqua, intrise di religiosità, fede e folclore, proseguono la mattina della domenica di Pasqua in molti centri dell’isola, come per esempio a Lipari, con altre processioni dai colori variegati, che celebrano l’incontro tra la Madonna e Gesù Risorto.






